• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria

Borsa RumorsBorsa Rumors

Come giocare in borsa | Borsa Rumors

  • Diventare trader
  • Il trading funziona?
  • Forum trading online?
  • Guide
    • Borsa per principianti
    • Guadagnare in Borsa: istruzioni per l’uso
    • Investire in Borsa con le opzioni binarie
    • Borsa virtuale: a che serve?
Ti trovi qui: Home / Archivi per Wall Street

Wall Street

I colossi dell’alta tecnologia americana battono le attese di bilancio

30 Ottobre 2015 di admin

Utili oltre le attese per tre big americane dell’hitech, Alphabet, la holding a cui fa capo Google, chiude il terzo trimestre con un utile netto e ricavi in aumento, annunciando allo stesso tempo un piano di riacquisto di azioni proprie da 5,1 miliardi di dollari. Amazon torna a sorpresa in nero, mentre l’utile di Microsoft balza grazie al cloud.

I colossi più innovativi dell’alta tecnologia americana dimostrano che le loro performance sono oggi a prova degli affanni dell’economia globale. Alphabet – la ex Google – Amazon e Microsoft hanno tutte e tre battuto nettamente le attese di bilancio, mettendo in evidenza una crescita e una redditività capace di sostenere le loro valutazioni in Borsa.

Alphabet, forte dell’espansione delle ricerche online via smartphone, ha guadagnato nel dopo mercato il 9%, spingendo le azioni al nuovo record assoluto di 745,75 dollari. Amazon, facendo leva sulla continua espansione dei suoi servizi Internet per riportare a sorpresa utili anzichè perdite, si e’ impennata dell’11% a 623 dollari. Microsoft è balzata del 7% oltre quota 50 dollari sull’onda della diffusione di window 10 e dei suoi successori nel cloud per le aziende.

Alphabet, che vanta una cassaforte con 73 miliardi di dollari di liquidità, ha anche stupito positivamente gli investitori con un piano di riacquisto di azioni proprie da 5,1 miliardi che ha ulteriormente sostenuto le quotazioni. Da gennaio la società comincerà a riportare risultati separati per la divisione “core” raggruppate sotto il marchio Google – motore di ricerca, YouTube e Android – e per le attivita’ piu’ rischiose e meno redditizie che guardano al futuro.

La maggior trasparenza finanziaria in questo modo sposata dal gruppo, ragione della creazione a luglio della nuova holding Alphabet di cui Google è adesso una controllata, e’ stata ad oggi premiata da un rialzo di oltre il 25% dei titoli, abbastanza per una capitalizzazione di mercato che sfiora i 500 miliardi. I profitti trimestrali sono stati di 3,98 miliardi, in rialzo del 45%, pari a 5,73 dollari per azione e a 7,35 quando depurati da alcuni oneri. Gli analisti avevano previsto 7,20. Il fatturato e’ salito del 13% a 18,68 miliardi. Esclusi i pagamenti a società terze per il traffico Internet che le inviano, il giro d’affari è stato di 15,1 miliardi contro i 15,04 attesi. Se poi si escludono gli effetti delle tensioni valutarie le entrate sono lievitate del 21 per cento. La raccolta pubblicitaria online che domina, compreso il segmento mobile, è aumentata ancora: i click pagati sono saliti del 35% e anche considerando un calo nei prezzi medi del 16%.

Amazon sorprende tornando in nero. E i titoli volano nelle contrattazioni after hour, dove arrivano ai massimi storici. L’utile netto si e’ attestato a 79 milioni di dollari a fronte del rosso record dello scorso anno con il flop dello smartphone Fire, che ha costretto Amazon a 170 milioni di dollari di svalutazioni. I ricavi salgono del 23% a 25,4 miliardi di dollari, al di sopra dei 24,9 miliardi di dollari attesi. Per il trimestre in corso Amazon prevede ricavi 33,5-36,75 miliardi di dollari.

La rinvigorita vecchia Microsoft, infine, non ha tradito. L’azienda di Redmond, nel suo primo trimestre fiscale, ha riportato profitti per 4,62 miliardi di dollari, in rialzo dai 4,54 miliardi di un anno prima. Gli utili depurati di alcune voci straordinarie sono stati pari a 67 centesimi per azione contro i 59 centesimi pronosticati dagli analisti. Il giro d’affari e’ stato di 21,7 miliardi, in calo del 12% ma a sua volta migliore dei 21,03 miliardi attesi.

Archiviato in:News Contrassegnato con: Alphabet, Amazon, Borsa, Microsoft, Wall Street

Ferrari arriva di corsa a Wall Street

21 Ottobre 2015 di admin

Un marchio italiano dal futuro raggiante che genererà introiti complessivi per 3,7 miliardi di euro per il Gruppo italo-americano.
Per la quotazione del Cavallino alla Borsa di New York, prevista mercoledì 21 ottobre, ormai i giochi sono praticamente fatti e mancano poche ore alla chiusura del book di prenotazioni per la Rossa.

Secondo gli analisti, e non solo, il Cavallino Rampante avrà un futuro raggiante a Wall Street e, al momento dello scorporo con Fca, genererà introiti complessivi per 3,7 miliardi di euro per il Gruppo italo-americano.
In queste ore l’amministratore delegato del gruppo Sergio Marchionne è tornato a promuovere l’evento del collocamento del 10% di Ferrari alla Borsa statunitense.

“È un grande marchio”, ha detto sottolineando di aver scelto personalmente il simbolo ‘RACÈ (Gara) per la Ferrari a Wall Street. Inizialmente – ha svelato durante un gala a Washington – la scelta era caduta su “Red”, ma “non era disponibile”, ha spiegato Marchionne rassicurando sul fatto che il simbolo sarà compreso da investitori e analisti:

La domanda per le azioni Ferrari è stata da subito molto forte superando ben presto la quota di 18,8 milioni messa in offerta; ora si inizia a scommettere sul possibile rilancio del prezzo.

L’offerta pubblica iniziale vede Ubs nel ruolo di global coordinator e di joint bookrunner insieme a Bank of America Merrill Lynch e Santander Investment Securities. Fonti bancarie vicine al collocamento, sentite dall’agenzia Reuters, riferiscono che “gli incontri con gli investitori sono andati molto bene e c’è una forte richiesta per il titolo. Con una domanda ingente e un’offerta piuttosto limitata, è prevedibile che le azioni andranno esaurite in un baleno.” La quotazione di Ferrari è, invece, da inquadrare nella strategia di Fca, che al momento controlla il 90% del Cavallino, che punta a dismettere l’intera partecipazione a favore degli azionisti, come si evince dal prospetto dell’Ipo.

L’annuncio ufficiale dell’effettivo prezzo di collocamento verrà dato nella serata di martedì 20 ottobre e in molti si attendono una correzione al rialzo rispetto all’attuale forchetta compresa tra 48 e 52 dollari con un ritocco che potrebbe raggiungere anche il 20%. Se così fosse l’Ipo del 10% di Ferrari riuscirebbe a superare la soglia di 1,1 miliardi. Un incasso che aiuterebbe FCA a ridurre l’indebitamento e soprattutto a finanziare il piano di investimenti.

Il 21 ottobre sarà anche la prima delle due giornate del voto dei lavoratori americani di Fca sul nuovo accordo raggiunto con il sindacato americano United Auto Workers (Uaw). Una prima intesa era stata già bocciata dai lavoratori e ora Marchionne appare cauto: “l’ultima volta non è andata come doveva andare, adesso aspettiamo il 21”, spiega sottolineando che lo UAW “sta facendo il necessario per spiegare il contenuto del contratto, che per me è andato anche oltre”.

Secondo le analisi di mercato, una volta che Fca e Ferrari si divideranno gli introiti complessivi arriveranno a 3,7 miliardi di euro per Fca. Ferrari ha chiuso il 2014 con un utile di 265 milioni un giro d’affari di 2,76 miliardi di euro, a fronte di 7.255 vetture consegnate lo scorso anno.

Archiviato in:News Contrassegnato con: Ferrari, Wall Street

Barra laterale primaria

Dati Borsa Live

Articoli recenti

  • 3 Azioni da comprare a Maggio 2021
  • Coinbase: ecco il nostro parere sull’Exchange criptovalute
  • eToro: ecco cosa pensiamo della nota piattaforma di trading
  • CME e la rivoluzione dei Bitcoin Futures
  • Upgrade di Sistema per la Criptovaluta Dash

Copyright © 2023 · Genesis Sample su Genesis Framework · WordPress · Accedi